La stirpe di Stygia

Cosa avrebbero detto gli antichi Signori di Acheron se avessero potuto vedere con i propri occhi la degenerata stirpe di Stygia, che come un orda di parassiti corrodeva le fondamenta del regno innalzato da uomini che avevano saputo piegare i demoni al loro volere? Come è scritto negli antichi papiri: “tutto è destinato a corrompersi e niente di ciò che è d’oro può persistere per sempre”.

Mentre gli avventurieri si davano da fare per cercare l’effige di Seth, Doreah scavalcò agilmente casse e barili, fracassati l’istante successivo dal mostruoso guardiano della Prediletta di Seth.

L’imponente Idra si avventò sulla ranger con spietata ferocia e soltanto Leetha osò frapporsi tra il gigantesco rettile e la giovane ranger; la mostruosità a più teste scaraventò il corpo dell’elfa contro una delle pareti della stiva, mentre Marcus e il colossale Thaknuma accorrevano armi in pugno per domare le numerose teste del serpente.

La battaglia che ne seguì fu cruenta e non priva di vittime: Gridler venne divorato da una delle teste del rettile e le ferite avvelenate piegarono persino il mezz’orco, mentre Marcus riuscì ad evitare il peggio grazie alla protezione del suo pesante scudo di metallo.

Grazie al valore degli avventurieri la terrificante bestia venne abbattuta, e Sheeda, intuendone il valore, ne strappò l’estremità. I Ratti di Zerke avevano frattanto vinto la battaglia e si apprestavano a saccheggiare il vascello, pertanto gli avventurieri si diedero alla fuga, gettandosi da babordo.

Alcune ore più tardi, accolti alla bettola del Boccale Spezzato, Lucius, resosi conto di aver sottratto involontariamente dalla stiva proprio l’effige di Seth, sostenne un acceso confronto con Thagroth e i suoi compagni, che ebbe fine soltanto dopo l’intervento di Ashira. Lucius avrebbe conservato l’effige, a patto di avere la metà del tesoro, ma Ashira gli rivelò che le fortune e le ricchezze di un avventuriero possono andare e venire con la medesima rapidità.

L’unico evento degno di nota della giornata successiva fu la morte di Thaknuma, alla quale soltanto la giovane Kiasha sembrò reagire. Non potendolo seppellire, il corpo del mezz’orco sarebbe stato avvolto in grezze pelli appesantite da sassi, e gettato nella baia. Lucius ebbe modo così di riflettere sul triste destino degli avventurieri meno fortunati. Mentre Marcus cercava di riparare alla meno peggio i danni causati dall’Idra alla sua armatura di cuoio, Sheeda venne indirizzato verso la bottega di Cod Blossom, dove scambiò con lo scorbutico gnomo la sua coda di Idra per due ampolle contenenti un balsamo curativo.

Durante una frugale cena consumata in una delle maleodoranti stanze del Boccale Spezzato, Thagroth espose il suo piano per il passo successivo della propria vendetta. Grecio, Giudice dell’Arena e uomo di Tholkad Beld, doveva essere passato a fil di spada. Tuttavia, egli dava udienza soltanto agli uomini liberi che si battevano come gladiatori nell’arena, ipotesi che poco piaceva alla maggior parte degli avventurieri. Thagroth diede loro il tempo di due giorni per elaborare un piano alternativo, dopodiché avrebbe agito con o senza il loro aiuto.

Leetha, che aveva giurato in cuor suo di combattere il malvagio culto di Seth, si occupò di dividere i compiti tra gli avventurieri per cercare di individuare gli spostamenti di Grecio e colpirlo quando meno lo attendeva. Tuttavia ella non poteva ancora sapere a quale inatteso finale avrebbero portato le sue azioni.