Prologo

Cadeva l’anno 1276 quando le porte di Gundobad si spalancarono per salutare l’esercito del Re Stregone, in marcia verso Nord. La Corona di Engul, tempestata dei cento occhi ghiacciati del Tiranno vestiva il capo dell’ultimo discendente della stirpe di Oss, intenzionato, così pareva allora, a rivendicare il diritto della sua discendenza reale.

Dopo la terribile disfatta alle porte di Grenoble fu evidente che il Marchese di Lefevre non avrebbe potuto contenere la furia del ruggente Claude Reinart, che si era schierato a fianco del Re Stregone.

Nel Nord, le più potenti casate di Cheemon si strinsero intorno al Trono di Alabastro, e chiamarono a sè le lame per detronizzare ancora una volta il Re Stregone. Il Conte Fenring lasciò le porte di Aghijon diretto a Sud alla testa di un imponente esercito, per imporre il volere del sire di Cheemon ed abbattere chiunque avesse osato opporsi al suo divino mandato.

Ad Ovest, il barone Gelion Vark bloccò il guado del Garoinne con un’esercito spettrale, e voci impaurite sussurravano che in esso militassero gli spiriti dei soldati che avevano combattuto per il Re Stregone oltre cinquanta anni prima. Kawthar Majid, sulla sponda orientale, decise che il momento della vendetta era giunto, e guidò personalmente i suoi fidati combattenti in una serie di terribili razzie lungo il fiume Evier, saccheggiando e uccidendo chiunque si parasse sul suo cammino. I superstiti delle razzie spesso si mutavano in briganti per sopravvivere, e ben presto nessuna via divenne sicura.

Mentre la sanguinosa primavera volgeva al termine, la Compagnia si trovò nuovamente riunita nella fortezza di Chateau d’Anglais, per fronteggiare le avversità che si sarebbero presto abbattute sulle terre circostanti.

Eppure, un destino inatteso attendeva gli avventurieri, e si sarebbe rivelato proprio in quel tempo in cui ogni speranza era stata abbandonata, ed ogni vita sembrava destinata ad estinguersi all’ombra del Re Stregone.