Prologo

Durante il 1287 l’intera costa orientale del Jeevra era tormentata dalla grande crociata di Frater Alteo. Le navi imperiali cariche di combattenti iniziati al cammino dei templari effettuavano lunghe soste nelle grandi città costiere dello Shaddastan, causando non pochi problemi e disordini prima di veleggiare verso i porti meridionali. Le province blasfeme di Stygia che sembravano essersi arrese così facilmente agli invasori, adesso si scuotevano al passaggio degli eserciti del Signore del Deserto, ogni giorno più vicino ai sinistri approdi di Khemi.

Il trono dello Shaddastan che spettava di diritto all’infante sire Raon IV, era di fatto occupato dal sovrintendente Agedarn del casato di Igre, che poco o nulla si interessava degli abitanti del regno all’infuori della corte di Tarantia, che ospitava l’alto consiglio reale sin da quando Narnen era caduta al soffio di Mourne il Nero, trentasette anni prima.

L’intera regione era vessata da continue razzie e violenze, e le bande di tagliagole si moltiplicavano, rendendo vani gli sforzi della milizia, che riusciva a stento a mantenere il controllo delle più grandi città. Le risse tra i soldati imperiali e gli shaddaki erano all’ordine del giorno in qualsiasi bettola della costa orientale.

Tra queste tormentate terre si aggiravano otto viandanti, accomunati dal desiderio di recuperare le memorie del loro passato e, forse, riscattare con le proprie azioni ciò che avevano compiuto e dimenticato. Ed è proprio di costoro che narra la nostra storia…