Personaggi – Il Trono di Alabastro

  • Amélie

    Amélie, cresciuta tra le mura dell’antico maniero dell’austero casato di Lemaire, venne promessa in sposa all’età di quattro anni al giovane Cristòph, dodicenne rampollo del potente casato di Amberville. Dopo nove anni dalla fatidica promessa però, il padre di Cristòph trovò la morte nella battaglia di Cuvier, ed il giovane ereditò il titolo e i possedimenti degli Amberville. Ansioso di vendicare la morte del padre, Cristòph riunì i suoi vassalli e partì per unirsì all’esercito di Edouard III, che aveva riportato vittoriose battaglie sugli eserciti del Re Stregone, obbligando i suoi generali a ripiegare verso Gundobad.

    Amélie nel frattempo crebbe al sicuro nel maniero dei suoi avi, arroccato contro le onde del Mare Artigliato, lontana dagli orrori della guerra della quale non aveva che poche ed imprecise notizie. Gli anni passarono, e la giovane crebbe sognando il viso del suo futuro sposo che non aveva mai visto.

    Al termine della guerra, dopo cinque anni, Cristhòp ritornò vittoriosamente alle sue terre, deciso ad onorare la promessa del padre prendendo in sposa Amélie. Grande fu il suo stupore nel constatare che la bambina che ricordava si era mutata in una donna di rara bellezza, e le nozze che si celebrarono alla cattedrale di Notre-Dame di Aghijon alla presenza della corte reale furono ricordate per giorni e giorni.

    La gioia di Amélie però non era destinata a perdurare. Cristòph era spesso convocato nella lontana corte di Edouard III, e nell’arco dei successivi quattordici anni, Amélie riuscì a dare al suo consorte soltanto due figlie femmine. Quando Cristòph ascese al Trono di Alabastro, l’Ecclesiarchia gli concesse di ripudiare la moglie se avesse partorito per la terza volta una femmina, e di scegliere una più giovane sposa che potesse assicurare una discendenza reale al Regno di Cheemon.

    Da quando l’editto venne proclamato, il sorriso di Amélie scomparve dal suo viso e sono in molti a rattristarsi per il destino che sembra attendere la regina, che non riesce più a trovare alcun conforto tra i fasti e i colori della Corte di Aghijon.

  • Ashraf Majid

    Imad Majid, nativo delle lontane terre d’Arabia, giunse meno che ventenne nel Vecchio Mondo in compagnia degli aggressivi topi di sentina delle caravelle mercantili di Sartosa. Alterne vicende costrinsero questo giovane combattente a mettere al servizio le proprie armi come mercenario, e la sua abilità nel combattimento con la scimitarra gli valse presto una fama temibile sul campo di battaglia.

    Grazie al suo valore, alcuni anni più tardi Imad conquistò i gradi di capitano, riuscendo a ristabilire l’ordine nelle terre di confine occidentali del Regno di Gulnor, durante i disordini causati dall’apparizione di un mostruoso drago d’ottone, la cui testa adorna ancora oggi il Cancello della Regina di Gundobad.

    Gunderbork XVI, allora sovrano di Gulnor, ricompensò generosamente il giovane e coraggioso capitano, affidandogli il titolo di Lord e alcuni possedimenti nelle marche occidentali, ai margini della palude di Angbad.

    Ashraf Majid aveva solo dieci anni quando il Re Stregone ascese al potere, e seguendo gli insegnamenti del padre fu istruito a servire fedelmente la casata di Oss. Quando la Corona del Comando fu sottratta al Re Stregone, la tensione politica creatasi nel Regno esplose improvvisamente, e un nuovo Re della stirpe di Vultur fu incoronato ad Aghijon. L’inevitabile guerra infuriò per trenta lunghe estati, alternata da tregue instabili di pochi anni ma aggravata da epidemie, carestie e magri raccolti, ed Ashraf, legato dal suo giuramento, affidò alla protezione del Re Stregone i propri congiunti e trasformò la dimora del padre in una fortezza. Nell’ultimo ventennio della guerra, sfruttando l’infido terreno della palude, gli uomini di Ashraf tennero in scacco le truppe del Marchese di Lefevre in una logorante serie di scontri nei letali acquitrini che circondavano il suo feudo.

    Tuttavia alcuni anni più tardi la tensione derivata dal prolungarsi del conflitto esplose entro le mura della stessa Gundobad, e nei disordini che ne seguirono l’anziano padre di Ashraf, Imad, e le sue cinque sorelle persero la vita. Il barone Majid, impazzito per il dolore, decise di uccidere il Re Stregone con le sue mani per aver lasciato morire i propri cari, e strinse un’accordo con il Marchese Lefevre, suo antico nemico, consentendo alle truppe con gli stendardi della Manticora di transitare nei propri territori ed unirsi all’esercito del Re di Vultur nella sua marcia verso Gundobad.

    Al termine della guerra, il Marchese decise, seppur con molti ripensamenti, di accettare Ashraf come proprio vassallo, lasciando praticamente intatti i confini dei domini ereditati dal padre.

  • Benjamin Tuller

    A quel che si racconta Benjamin Tuller, nativo di Aghijon, ha avuto ben poche occasioni di lasciare la città durante la sua vita. Cresciuto tra gli agi della nobiltà di Cheemon, Benjamin non ha mai amato i lunghi e scomodi viaggi, limitando i propri spostamenti in carrozza dalla suntuosa villa Tuller solo quando strettamente necessario.

    Nonostante sia indubitabilmente un attivo seguace della Croce Nera, non ha mai smesso di coltivare un interesse accademico per la storia delle religioni, divenendone un esperto conoscitore.

    Anche se Benjamin non poteva saperlo, fu proprio questa sua passione ad aprirgli le porte verso uno degli incarichi più ambiti della Corte di Aghijon. Emile Dernier infatti, probabilmente il più influente tra i Signori della Legge, non mancò di notare la cultura e l’attenzione critica agli eventi storici che Benjamin dimostrava nelle sue conversazioni, e la sua abilità nell’affrontare con cautela temi che il dogma della Croce Nera avrebbe potuto considerare eretici. Fu così che a soli ventinove anni, Benjamin venne convocato a ricoprire la carica di attendente presso il vegliardo Signore della Legge, suscitando l’invidia di molti giovani e ambiziosi ruffiani della Corte.

    Durante un viaggio a Troisroutier per conto di Emile Dernier, Benjamin ebbe modo di conoscere Gwyn Turtle, che recentemente aveva conquistato la nomina di attendente presso Angus McBride. Entrambi molto giovani i due attendenti strinsero una sincera amicizia, trovandosi in accordo su molti pettegolezzi sulle personalità più influenti della corte.

    Con il procedere degli anni, Benjamin ha mostrato con le sue molte qualità di meritare a pieno titolo l’incarico ricevuto, tanto che alcuni vociferano già che Emile avrebbe intenzione di nominarlo al Re quale proprio successore, quando il vegliardo deciderà di ritirarsi dalla Corte.

  • Constantin

    Constantin è un ragazzo di quattordici anni, cresciuto a Northgar sotto l’ala protettiva del Castellano, Angus McBride.

    Il padre di Constantin, il barone Crownar di Luth Golein, aveva sposato con passione la causa del Re Stregone e si era battuto al suo fianco sino alla tragica fine. Nonostante la spaventosa disfatta alle porte di Gundobad del 1259, nella celebre battaglia del Cancello della Legge, i territori meridionali sarebbero rimasti per lungo tempo inquieti e pronti alla rivolta.

    Fu così che Édouard III della stirpe di Vultur dispose che il nascituro figlio del barone sarebbe vissuto a Northgar, quale nobile protetto del Castellano, mutando Constantin in un ostaggio che avrebbe soppresso qualunque tentativo di ribellione da parte dei Crownar.

    Constantin non ha mai conosciuto il padre, nonostante il secondogenito dei Crownar, Alcor, si sia recato più volte a fargli visita nella Fortezza Bianca, per sincerarsi delle sue condizioni ed assicurarsi che il giovane crescesse consapevole della nobiltà del suo sangue.

    Nonostante Constantin abbia ormai raggiunto l’età per comprendere quello che è accaduto, egli sembra nutrire un affetto sincero per il Castellano della Rocca di Northgar, che per molti anni ha è stato come un padre, e tende a riferirsi alla Rocca come alla propria casa, più che una prigione dalle sbarre dorate.

    Al riparo dietro le solide mura del Distretto del Castellano, Constantin sopravvisse all’assedio di Northgar del 1274, e per ordine del Castellano lasciò Northgar al seguito di Gwyn Turtle l’anno successivo.

  • Didier Quinsonn

    Didier è probabilmente uno dei più giovani Baroni della Corte, avendo ereditato poco meno che dodicenne i possedimenti dal padre, ucciso durante la guerra dei trent’anni a fianco del Re Stregone. Nonostante le proteste da parte dei suoi battaglieri cugini, Didier mostrò subito una grande lungimiranza e decise di fare atto di vassallaggio presso il Marchese di Lefevre, ponendo così fine alla guerra nei territori dei Quinsonn.

    A dispetto della giovane età, l’indole riflessiva di Didier lo ha spinto sempre ad ampliare le proprie conoscenze sui testi e le cronache storiche dell’epoca, divenendo un profondo conoscitore degli eventi del secolo passato.

    Questo suo interesse lo ha portato a frequentare poco più che ventenne il tetro dominio di Gelion Vark, che aveva combattuto al fianco della casata di Quinsonn durante la guerra. L’erudito sacerdote di Morr, dapprima scettico, rimase sorpreso nel constatare la precoce intelligenza di Didier, e gli concesse di visitare le spettrali catacombe dei suoi domini, ove si celavano, protette da un labirinto di cuniculi e gallerie, le più preziose opere storiche vergate durante la guerra dai cantori della Corte di Gunderbork XVI.

    Qualche anno più tardi, il Marchese Stephàn Lefevre, notando l’acume del giovane, gli offrì la possibilità di trasferirsi alla sua corte. Nel timore di scontentare il suo signore, Didier accettò l’invito, e le sue visite alla baronia di Gelion Vark si fecero più rade.

    Didier non mancò mai di occuparsi di molti aspetti mondani dei suoi domini, assicurandosi che le sue leggi favorissero i commerci ed abolendo alcuni scomodi balzelli che avrebbero impoverito i mercanti della sua regione a scapito della ricchezza della sua provincia, e per questa ragione è guardato con ammirazione dalla classe mercantile del Regno di Cheemon.

  • Émile Dernier

    Secondogenito del nobile casato dei Dernier, Émile, il cui padre aveva già predisposto un futuro nella gerarchia della Croce Nera, venne affidato sin dai primi anni di vita all’inflessibile guida del celebre Inquisitore Toussaint.

    Dimostrando sin dall’adolescenza un notevole acume e una mente duttile e tesa all’apprendimento, Émile non poteva fermarsi allo studio dei dogmi della Croce Nera: a causa della sua insaziabile sete di conoscenza, il giovane si trovò in molte occasioni a speculare su tematiche di fede, scienza e storia violando i confini delle nozioni superficiali, dimostrando non solo un’eccezionale memoria ma anche un talento innato per l’oratoria.

    Nonostante Toussaint fosse perfettamente in grado di incanalare le qualità di Émile entro i limiti convenienti ad un seguace della Croce nera, il destino del secondogenito dei Dernier sarebbe stato molto diverso da quello predisposto dal severo Inquisitore. Infatti, quando pochi anni più tardi il fratello di Émile venne ucciso durante i disordini che precedettero l’incoronazione dell’Imperatore Vulfolaic II, il padre sottrasse immediatamente il suo secondogenito al Clero, nominandolo suo erede.

    Libero dalle imposizioni dell’Inquisitore, ma avendo appreso a detestare l’ozio più di ogni altra cosa, Émile Dernier cominciò ad interessarsi attivamente agli eventi che si svolgevano oltre i noiosi salotti della Corte di Aghijon, appassionandosi contemporaneamente allo studio della storia di Cheemon.

    Sono in molti a ricordare che fu proprio Émile Dernier a profetizzare lo scoppio della guerra che spezzò il regno per trenta lunghi anni, e a coloro che malignamente lo accusavano di aver usato la magia per predirre il futuro, era solito rispondere che la storia contiene già in sè il suo naturale svolgimento, come una sfera che dalla cima di una collina, discende verso il basso seguendo la propria ideale traiettoria.

    Quando il regno fu unificato, Édoard III della stirpe di Vultur insignì il nobile erudito della carica di Signore della Legge, un compito che alcuni anni più tardi avrebbe messo alla prova in modo inaspettato i talenti di Émile Dernier.

  • Finn McCumhail

    Finn McCumhail, a cui ci si rivolge talvolta con l’appellativo di ‘Sentinella di Erin’, è certamente annoverato tra i più celebri paladini viventi del Regno della Corte Splendente, ed il suo stendardo, raffigurante l’Aquila e il Martin Pescatore è ben conosciuto tra i cavalieri erranti e i nobili del Vecchio Mondo.

    Dopo essere stato investito del rango di paladino, egli venne inviato nelle terre occidentali al di là del Regno, per fortificare la sua fede e raddrizzare i torti nei quali si fosse imbattuto. Ma il destino di Finn era molto più grande di quanto avrebbero immaginato i suoi maestri: la sua spada fu tra le nove lame che sfidarono e uccisero Xian, considerato tra i più feroci draghi del nostro tempo, e il suo cammino lo condusse ben oltre i territori dell’Impero, per opporre la propria fede alle tenebrose legioni del tetro terrore della nostra epoca, Sherargethru, icona vivente della Terza Oscurità.

    Al termine della spietata guerra, quando le nere orde vennero ricacciate al di là delle Zanne Nere, e la città di Narnen liberata dagli eserciti di Sherargethru, le gesta di Finn McCumhail erano così celebri da essere cantate in tutto il Vecchio Mondo e forse oltre i suoi confini.

    Sebbene avesse ricevuto il benestare della Chiesa di Edra per amministrare i possedimenti del suo casato, il cuore del paladino non avrebbe mai conosciuto la pace fino a quando l’ultimo malvagio non fosse stato sconfitto e il mondo mondato dall’ingiustizia e dall’empietà.

    E così la Sentinella di Erin continuò a percorrere per lunghi anni le strade polverose del Vecchio Mondo, sempre in sella al suo fedele destriero, Emeric, portando la luce della propria fede persino nel cuore della più nera tenebra.

  • Gelion Vark

    Nessuno conosce nel dettaglio quali eventi portarono la sinistra casata dei Vark a dominare sulle lontane terre occidentali del Regno di Gulnor, quel che è certo è questa stirpe ha da sempre mostrato la sua indiscussa fedeltà a Morr, il Signore delle Aule dei Morti. Si vocifera che gli stessi appartenenti alla casata siano stati da sempre ministri di questo tetro culto, e che i pochi monasteri della Croce Nera che furono costruiti entro le loro terre, subirono sempre misteriosi incidenti prima di essere abbandonati.

    Gelion, il longevo barone dei domini del casato dei Vark, ha apertamente abbracciato la fede in Morr, e combattuto con tutte le proprie forze contro i Templari della Croce Nera durante la guerra, schierando i suoi tetri eserciti al fianco del Re Stregone.

    Sfuggito miracolosamente alla morte durante la battaglia delle Due Corone, Gelion fu costretto a sottomettersi al Marchese Lefevre, il quale, comprendendo che la fede di Gelion non poteva essere spezzata facilmente, riuscì ad ottenere che il Barone sconfitto abbandonasse pubblicamente il culto di Morr dopo aver posto la spada sul capo della sua neonata figlia, Efleda. I Templari al seguito del Marchese esultarono quel giorno, senza immaginare che tale vittoria avrebbe estorto un sanguinoso tributo al casato di Lefevre negli anni a venire.

    Con il passare degli anni il Barone ha contratto una misteriosa malattia, che ha sfigurato la parte sinistra del suo viso, rendendolo probabilmente cieco da un occhio. La vecchiaia non sembra però aver smorzato l’indomito carattere di Gelion, il quale in molte occasione è stato accusato di non misurare le proprie parole, o di non considerare con adeguato rispetto i suoi interlocutori.

    Sono in molti a ritenere che se la provincia di Vark non fosse così distante e così poco estesa, l’atteggiamento di Gelion non verrebbe tollerato, e la sua insolenza punita dalla giustizia del Re.

  • Geoffrey Kunibald

    Il casato di Kunibald ha origini piuttosto recenti. Gaersi Kunibald infatti, ricevette il titolo di Lord soltanto nel 1261, al termine della Guerra dei Trenta Anni contro il Re Stregone, come segno di gratitudine da parte del Duca Gilles D’Aubert, al quale aveva salvato la vita durante una sfortunata carica della cavalleria nemica.

    Purtroppo per Gaersi, il titolo di Lord non venne accompagnato dalla buona sorte, e dopo appena quattro anni il Barone incontrò la morte, schiantandosi dalle mura del maniero che gli era stato affidato.

    Fu allora che il figlio, Geoffrey ereditò il titolo e le terre del padre, ma nonostante il giovane fosse stato addestrato all’arte della guerra, gli mancava l’esperienza del suo genitore nel trattare i propri sottoposti. Di indole aggressiva e iraconda, Geoffrey si circondò subito dei più spietati mercenari, esigendo ubbidienza assoluta ma badando poco al temperamento o alla morale dei suoi uomini.

    Nei salotti dei ruffiani si vocifera che il barone stanco dei lamenti della madre, la fece rinchiudere in una delle torri sino a quando non morì di fame, anche se pochi oserebbero raccontare questa versione dei fatti al cospetto di Kunibald.

    A dispetto delle tante dicerie, la baronia di Kunibald prosperò sotto la guida di Geoffrey, anche grazie ad i consigli del Barone di Corbeau, che ha sempre goduto della stima di questo irruento guerriero.

    Nel 1275 Geoffrey si recò ad Aghijon per presentare le proprie lame al servizio del Duca d’Aubert, e si dice che la notizia della morte del figlio del Duca non lo colpì quanto la delusione nell’apprendere che la Corona sarebbe stata indossata dalla stirpe d’Amberville, alla quale, suo malgrado, fece atto di vassallaggio.

  • Gustav Croquison

    I vasti possedimenti dell’antico casato dei Croquison si estendono ad alcune leghe a settentrione dai ponti di Aghijon la bella, sede della Corte del Trono di Alabastro.

    Avendo ereditato dal padre le doti della diplomazia e dell’oratoria, Gustav dimostrò sin da giovane di portare bene il titolo che avrebbe ereditato. Nonostante sia stato addestrato alle armi e alla caccia, Gustav sviluppò un’indole religiosa ma non zelante e non partecipò mai in prima persona ad alcuna vera battaglia, sebbene rispose diligentemente alla chiamata del proprio signore ed inviò un nutrito contingente militare al seguito del casato d’Amberville durante la guerra contro il Re Stregone.

    Dal temperamento pacato e riflessivo, Gustav Croquison, che recentemente ha superato il suo cinquantacinquesimo inverno, ha da sempre goduto del favore dell’Ecclesiarchia, soprattutto grazie a generose e costanti donazioni alla grande chiesa di Notre-Dame e ad un comportamento pubblico sempre decoroso e mai eccessivo.

    Nonostante Gustav non prenda spesso parte alle conversazioni nei salotti della Corte, preferendo la compagnia di un buon libro ai pettegolezzi dei ruffiani, la sua parola pungente nasconde spesso sottili e acute riflessioni, ed egli è tra i pochi a godere della stima del primo Signore della Legge, Émile Dernier, che da sempre tiene in gran conto la sua opinione.

    Quando il Trono di Alabastro rimase privo della discendenza dei Re di Vultur, fu prioprio grazie alla presenza di Gustav Croquison che la dinastia d’Amberville conquistò la fiducia dell’Ecclesiarchia, ed attraverso di essa l’accesso al Trono di Alabastro.

  • Gwyn Turtle

    Gwyn Turtle nacque a Troisroutier, una fiorente cittadina mercantile del Ducato di Rouen nel 1250, durante gli ultimi anni della lunghissima guerra che si concluse solo con la morte del Re Stregone.

    Nonostante il padre non conseguì mai l’ambita carica di sovrintendente della città, attraverso le sue influenti amicizie riuscì ad ottenere per il figlio un incarico molto prestigioso, e il giovanissimo Gwyn divenne attendente del Castellano di Northgar all’età di soli tredici anni.

    Trasferitosi nella fredda Fortezza Bianca, Gwyn ebbe modo di rimpiangere a lungo le strade di Troisroutier, ma con il passare degli anni cominciò a considerare la Rocca la sua seconda casa, soprattutto grazie all’amicizia con Olivier DuMond, anch’egli attendente del Castellano. Quando incontrò il giovane Constantin, Gwyn si ritrovò nello sguardo spaesato del ragazzo, e cercò di svolgere per lui il ruolo di fratello maggiore.

    Sopravvissuto all’assedio di Northgar del1275, ottenne la benedizione di Paul de Galet, padre dell’amata Merion, e convolò a nozze nella grande Cattedrale di Northgar nella primavera dello stesso anno.

    La sua felicità però si smorzò pochi mesi dopo, quando il Castellano nel ricordargli i suoi obblighi di attendente, gli affidò una missione che lo avrebbe portato per qualche mese lontano dall’adorata Merion.

    A malincuore, ma ligio ai suoi giuramenti, Gwyn Turtle si mise in cammino, ripromettendosi di ritornare tra le braccia della sua splendida sposa non appena gli fosse stato possibile.

  • Pierre d’Amberville

    Quartogenito di uno dei rami meno fortunati del casato d’Amberville, Sir Pierre non si è mai arreso all’idea di dover rinunciare all’ambito titolo di Lord.

    Forte del nobile sangue della sua nascita, Pierre non esita a rimarcare le sue origini in ogni momento, a prescindere dall’interlocutore o dalla conversazione, riuscendo ad essere, nella maggior parte delle occasioni, inopportuno o noioso.

    Abbandonata la dimora avita in sella al suo corsiero, Pierre sognava una vita avventurosa e pensava di conquistare onore e gloria dimostrando il suo valore; la sua indole pigra però lo portò ad arrestare ben presto il suo viaggio, abusando dell’ospitalità di Angus McBride e stabilendosi alla Rocca di Northgar per svariati anni.

    Mancando di particolare acume o di una brillante eloquenza, Pierre viene spesso emarginato da coloro che detengono il suo rango, e si trova più di quanto vorrebbe a sfogare le sue frustrazioni sui propri servitori.

    Di natura arrogante e viziata, Pierre raramente è disposto a trattare con umanità qualcuno che non detenga almeno il titolo di Sir, ed in genere pretende obbedienza assoluta anche da coloro che non fanno parte del suo personale entourage.

    Nel 1275, dopo l’incoronazione di Cristòph III d’Amberville, le manie di grandezza di Pierre si sono addirittura decuplicate in grandezza, rendendo questo giovane rampollo quasi insopportabile a chiunque abbia la sventura di incrociare il suo passo.

  • Sabishi

    Donna dalla splendida bellezza esotica, Sabishi è originaria dell’Emirato di Antioch, nelle lontane terre d’Arabia. La donna però non parla volentieri del proprio passato, ricorrendo ad una sottile ironia per sfuggire eventuali domande che riguardano i propri trascorsi, o in che modo sia giunta nel Regno di Cheemon, tra le braccia di un padre che difficilmente avrebbe potuto immaginare per lei un così bizzarro destino.

    Nonostante non appartenga ad alcuna casata nobiliare, Sabishi è ben conosciuta alla corte di Aghijon, e molti più di quelli che sarebbero disposti ad ammetterlo devono ingenti somme di denaro a questa avvenente donna dalla pelle scura e alla fitta rete di usurai che rappresenta.

    Le malelingue sostengono che durante gli anni che seguirono la guerra, persino l’orgoglioso Édouard III della stirpe di Vultur sia ricorso al denaro di Sabishi per finanziare le casse del Regno nei momenti di necessità, e nonostante pochi siano disposti ad ammetterlo, nessuno ignora l’ambiguo ruolo di Sabishi a corte, tanto che spesso, in sua assenza, vi si riferisce con il poco cortese titolo di Maestra degli Usurai.

    Si racconta che nel passato le furono offerti titoli nobiliari come risarcimento delle ingenti somme prestate, ma l’astuta donna ha sempre rifiutato, prediligendo il suono delle monete alla vista dei blasonati emblemi della Corte di Aghijon.

    Sfuggente ed eterea, Sabishi è sempre stata presente alle più importanti occasioni di Corte, ma quando Cristòph III si vestì del manto regale furono in molti a chiedersi se la dinastia d’Amberville avrebbe tollerato ancora a lungo l’ambigua presenza di Sabishi alla Corte del Trono di Alabastro.

  • Thork Borogar

    Le origini di Thork Borogar non sono note, ma i dotti che hanno studiato le tradizioni dei nani sono propensi a credere che egli appartenga ai i Clan che abitano le pendici delle Nove Zanne, nella parte settentrionale dell’imponente Orlo del Mondo. Questa convinzione è suffragata non soltanto dal marcato accento nanico di Thork, ma principalmente dalla sua abitudine di recarsi in battaglia in sella ad un enorme cinghiale da guerra, usanza propria dei Clan Nanici delle Nove Zanne.

    Non sono molti quelli che conoscono le origini della Compagnia del Cinghiale, così nomata proprio per la presenza dell’insolita cavalcatura di Thork; quel che è certo è che si trattava di un eccentrico gruppo di viaggiatori: insieme al nano infatti avrebbero viaggiato per lungo tempo anche Erk Kerrigan, un robusto guerriero nativo della terra di Alba, Alalminore, leggenda vivente di Leaglis e Hoss, un silenzioso barbaro delle steppe ghiacciate.

    Della innumerevoli ed improbabili imprese che si raccontano intorno alla Compagnia del Cinghiale, più avvezza alle risse da taverna che alle epiche imprese, una soltanto è confermata dalla parola di uomini probi. Quando il feroce Xian, si manifestò per distruggere le terre del Vecchio Mondo, la Compagnia del Cinghiale si unì al gruppo dei Nove che affrontò e uccise il Drago Verde nel suo stesso antro.

    Dopo quell’epico scontro, uno scriba itinerante, Maltus, si unì alla Compagnia del Cinghiale, per redarre una cronaca delle loro imprese. Tuttavia, nessuno dei suoi scritti è ancora pervenuto alle grandi biblioteche dei regni per essere trascritto dagli amanuensi, e così la fama della Compagnia del Cinghiale è tutt’oggi affidata alla memoria di coloro che ancora la ricordano.