La casa degli orrori

Si narra che durante gli angosciosi anni che seguirono l’incoronazione dell’ultimo discendente della stirpe di Rauric, il Regno di Erin fu piagato da una spaventosa calamità; fu allora che il Re strinse un segreto accordo con le raccapriccianti incantatrici di Morrowind, che accettarono di aiutarlo in cambio della sua unica figlia, Fiona, ancora infante; eppure non appena le streghe ebbero svolto il proprio compito il Re le tradì e anziché consegnare Fiona alle loro dita nodose e artigliate ordinò che le megere venissero passate a fil di spada e bruciate su roghi ardenti alle porte di Eireann la bella.

Dorian fumava nervosamente la sua pipa, cercando invano di rilassare le membra e ordinare i pensieri dopo quelle tragiche ore. L’incendio era stato domato e Razàl annientato: ma la sinistra presenza di Zethrela, forse ancora annidata nella grande casa del borgomastro, gettava sul suo animo un’ansietà che non riusciva a spiegarsi. Accanto a lui, seduta compostamente su una delle sedie dal basso schienale, si trovava Marchesa, intenta a decifrare i suoi tarocchi, mentre all’altro capo dello stretto tavolo v’era Valadir. Il condottiero della compagnia del Corvobianco sembrava anch’egli immerso nei suoi pensieri, quasi dimentico del boccale di sidro che reggeva nella mano sinistra.

La porta della locanda si aprì piano e Grinwald entrò insieme ad una folata di vento gelido. Non erano più tardi delle otto del mattino, e la luce del sole, perlopiù intralciata da fosche nubi, non aveva ancora scacciato il gelo della notte.

Dorian invitò il paladino a sedersi insieme a loro accanto al fuoco crepitante. Anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, era piuttosto preoccupato per la piega che avevano preso gli eventi, e temeva che l’animo del guerriero di Libra fosse stato fiaccato inesorabilmente dopo il ritrovamento del fratello, impiccato dalle crudeli mani dei mezzo-giganti. Tuttavia Grinwald li raggiunse e sedette vicino Marchesa, offrendo loro un viso pallido ma sereno. Avvicinò quindi la scodella di terracotta dove era stata preparata per lui una zuppa di brodo e carne di maiale e si accinse a desinare.

Mentre il paladino assaporava il cibo caldo, gli avventurieri discussero pacatamente le avventure che avevano appena affrontato e le sfide che ancora li attendevano. Si sentivano tutti spossati e stanchi dopo quella notte di battaglie ed avevano un gran bisogno di dormire. Tuttavia il destino aveva in serbo per loro tutt’altro seguito.

La porta d’ingresso si aprì nuovamente, questa volta in modo piuttosto rumoroso, quando Bell, trafelato, ne varcò la soglia. In preda a sofferenza e agitazione, il guerriero rivelò di essere a conoscenza di ciò che la strega stava tramando, chiusa nella tetra casa del borgomastro di Tullvéch.

Finalmente Dorian riuscì ad interpretare i confusi resoconti del combattente, e comprese l’atroce verità: Zethrela si apprestava a ultimare il rituale del Cappio di Carne, che avrebbe mutato coloro che si erano cibati dei maiali grigi in altrettanti ingordi suini. E d’improvviso capì: non c’erano uomini capaci di coltivare i campi o di badare al bestiame da più di sei anni, quando i mezzo-giganti avevano compiuto il massacro di Tullvéch, come avevano fatto gli abitanti a sopravvivere, e come potevano disporre di una tale quantità di carne? Quando il significato delle rivelazioni fu evidente Grinwald allontanò da sé la ciotola fumante e incapace di trattenersi vomitò tutto ciò che aveva appena mangiato sul pavimento e sui suoi stivali.

Bell li esortò all’azione: se il rituale fosse stato adeguatamente preparato, Zethrela avrebbe potuto ultimarlo in poche ore. Tuttavia mentre stavano per decidere il da farsi, Dismas entrò dalla porta che il guerriero aveva lasciato aperta, portando seco altre cattive notizie.

Dalla Torre del Pescatore il corpo di Gauthier era scomparso, come se il mezzo-gigante se ne fosse andato per proprio conto. In seguito Elinor avrebbe rivelato che alcune specie di Giganti erano in grado di rigenerare le proprie ferite alla stregua dei Troll dei Monti Grigi, a meno che il corpo non venisse dato alle fiamme o la testa troncata di netto. Era possibile che i due mezzo-giganti avessero ereditato tale formidabile capacità insieme al loro sangue e a riprova di quanto affermato dall’alchimista, il corpo decapitato di Razàl si trovava ancora inerte sulle scale del minareto, laddove la spada di Grinwald l’aveva abbattuto.

Dopo un breve consiglio, Valamir propose nuovamente di dividersi: ciò che restava della compagnia del Corvobianco avrebbe braccato Gauthier mentre gli avventurieri avrebbero varcato la soglia della casa del borgomastro e interrotto, in qualche modo, il rituale di Zethrela. Sebbene entrambi i gruppi fossero estremamente provati dagli scontri appena subiti, il condottiero accolse la richiesta di Dorian, e propose che uno dei suoi li seguisse nel covo della strega. Il mago veste avrebbe desiderato portare con sé Irdre, ma Marchesa, che ancora portava i segni della pesante lama della selvaggia mercenaria, propose di accompagnarsi ad Elinor. Anche Grinwald condivideva il parere della giovane di Varetta, mentre per Bell qualsiasi soluzione sarebbe stata ben accetta a patto di non perdere ulteriore tempo: Zethrela avrebbe potuto concludere il suo terrificante rituale in meno di un’ora.

Armati come meglio potevano, i quattro avventurieri varcarono una delle porte secondarie della casa del borgomastro, seguiti da Elinor che aveva indossato nuovamente la maschera-corvo dei medici della peste.

Si trovarono in una piccola saletta, forse riservata anticamente alla servitù, dalla quale era possibile accedere ad una piccola stanza rettangolare munita di tre voluminosi armadi, inutilizzati da tempo. Attraverso un doppio battente ebbero accesso al corridoio principale, sul quale si aprivano numerose porte. Bell si accinse ad esplorare gli ambienti, aprendo i battenti uno dopo l’altro e rivelando dei piccoli sgabuzzini, ma dall’ennesimo uscio spalancato fuoriuscirono improvvisamente due braccia cadaveriche ricoperte di escrescenze, i cui artigli neri anelavano la gola del guerriero. Due creature disgustose dai corpi femminili ma dalla testa simile ad un gigantesco fungo giallastro aggredirono la compagnia, mentre altrettante emersero dalle ombre in fondo al corridoio, avanzando verso gli avventurieri con le braccia protese in avanti.

La battaglia che ne seguì fu cruenta, e le gravi condizioni in cui versavano gli avventurieri resero l’impresa ancora più ardua. Se Grinwald trovò dentro di sé un inaspettato sacro fervore a sostenerlo, i suoi compagni cedettero ad uno stato misto tra paranoia e masochistici intenti. Bell infine cadde, stremato dai colpi dei nemici, mentre Dorian dissennatamente lacerava le sue stesse vesti in preda a violenti sensi di colpa.

Ispirato dalla presenza divina, Grinwald abbatté l’ultima delle raccapriccianti serve di Zethrela ed invocò il potere di Libra, strappando il guerriero dalle dita della morte, ma solo per un soffio; quando Bell riaprì gli occhi i suoi gemiti di dolore erano mischiati al delirio di un folle e ci vollero parecchi minuti prima che riuscisse a tornare alla ragione. Dietro di loro Marchesa guardava le pareti del corridoio con grande diffidenza poiché le pareva che anche le mura di quella casa terribile avessero occhi e orecchie pronti a spiare ogni minimo loro gesto.

Ma talmente grande e incombente era la minaccia del Cappio di Carne che tutti loro sapevano di non avere scelta: dovevano proseguire e raggiungere Zethrela ovunque si nascondesse e sigillare con l’acciaio, una volta e per tutte, l’empia e corrotta esistenza della strega di Morrowind.