Diario di Isaac

  • Capitolo 1 – Il Risveglio

    Da quando mi sono risvegliato su questa costa la mia testa è frastornata da mille e più domande. È stato come ritornare alla vita, o come venire al mondo per la prima volta, poichè non ricordo nulla di quello che ero. Queste altre persone che sono con me, non sembrano ostili, ma non capisco cosa mai potrei condividere con loro. Sembrano tutti piuttosto deboli, e poco acuti, perlomeno quel Dakkar è un tipo risoluto e sembra piuttosto forte, confido molto nelle mie e anche nelle sue capacità nel caso dovessero presentarsi dei pericoli. Certo non mi aspetto nulla da quel ragazzino petulante, in un luogo selvaggio come questo rischia di fare una brutta fine, salvo che non si dia una bella regolata. Per ora sto studiando tutto quello che mi circonda, la natura, il clima, il comportamento di queste persone, le ingognite sono numerose e sento di dover essere pronto a trarre vantaggio da tutto quello che ho, se non altro questo pugnale mi fa sentire molto più tranquillo, curioso, sento di saperlo maneggiare piuttosto bene, tanto meglio!

  • Capitolo 2 – Incontri

    Quello che sta accadendo è sconcertante. Sapere della presenza di quelle creature fetide non è stato disgustoso quanto venire a conoscenza di alcuni dettagli sul nostro misterioso passato, perlomeno quello recente. Quell’uomo viscido e sgradevole era tanto sorpreso del fatto che fossimo vivi quanto di quello che fossimo “coscenti”. Sembra che fossimo tutti suoi schiavi all’interno della nave naufragata, ma ci dev’essere sicuramente di più, non è normale che siamo tutti privi di ricordi, e anche la reazione di quell’uomo mi suggerisce di pensare a un qualche sortilegio a cui siamo stati tutti sottoposti. Posso anche dare per scontato che non sia stata opera sua, un individuo dalle capacità talmente mediocri che mi stupisce che sia stato in grado di sopravvivere, avrà sicuramente sacrificato la vita di qualche suo schiavo, non v’è altra spiegazione. Per ora approfitteremo comunque della sua presenza, parla di una chiave custodita da quelle creature, orchetti le ha chiamate, e sembra che questa chiave ci condurrà oltre una megalitica porta di pietra, non siamo certi di cosa ci sia oltre, ma di certo qui non c’è un posto in cui possiamo restare al sicuro. Dirigiamoci alle rovine in cui questi orchetti vivono, e decidiamo poi il da farsi.

  • Capitolo 3 – Chandra

    Quella femmina, stava per causarne di scompiglio! È partita di punto in bianco dal nostro appostamento per seguire qualche suo istinto da benefattrice. È piuttosto gradevole la sua compagnia ma è fin troppo avventata per i miei gusti e mi chiedo come mai nessuno si sia pronunciato per fermarla o controllarla oltre me. Se l’avessi lasciata andare sola avrebbe tentato con qualche manovra azzardata di salvare la vittima del sacrificio degli orchetti. Me ne duole per lei, chiunque fosse non meritava di fare una fine tanto ingrata, ma certo, qui si parla della nostra sopravvivenza, quelle bestie sono poco minacciose prese singolarmente, ma sono in numero decisamente troppo elevato per noi. E poi per il gruppo che siamo… oltre a nutrire poche speranze nelle loro doti di combattimento sono anche dubbioso sulle loro capacità intellettive… mi hanno trascinato in quelle rovine, quella Chandra è stata quasi divorata da una bestia simile a un grosso rettile, per cosa? una pietra luminosa, cosa ha fatto credere loro che quella fosse la chiave che stiamo cercando? Senz’altro nasconde un qualche potere magico, e ammetto io stesso di provare un’attrazione inspiegabile per quell’oggetto, ma non è tempo nemmeno per me di soddisfare questo genere di curiosità, le priorità per noi sono altre. Quell’uomo odioso che doveva guidarci è morto in una trappola, ma non sembrava in ogni caso pronto ad aiutarci, in definitiva ha fatto la fine che gli spettava, dubito che nel mondo intero ci sia una sola persona che ne piangerà la mancanza. Resta il fatto che ora devo cercare di riflettere, prima che quelle bestie si riprendano dai loro bagordi selvaggi.
    …È proprio spericolata quella femmina…

  • Capitolo 4 – Le Rovine

    Che senso di frustrazione mi dà questo luogo, se anche nascondesse un mistero non è certamente alla nostra portata. Degli sventurati come noi in mezzo a queste rovine megalitiche e inquietanti, col rischio di essere circondati da un momento all’altro da uno sciame di quei… “cosi”…

  • Capitolo 5 – Miranda

    Tra i vari tentativi di esplorazione, l’ultimo ci ha ricondotto all’interno del cunicolo degli orchetti. Detesto doverlo ammettere ma questa cosa che Chandra chiama “intuito femminile” per una volta ha funzionato. La nostra chiave alle fine si trovava proprio li dentro, e non aveva la forma nè di una pietra luminosa nè tantomeno di una chiave vera e propria. Si chiama Miranda, è una donna, ed era prigioniera di questi mostri. Abbiamo presto capito che anche sua sorella era stata rapita, e tristemente siamo giunti alla conclusione che si trattasse proprio della donna sacrificata poco prima dagli orchetti. Tuttavia l’abbiamo condotta in salvo da li, costretti a mentirle per non indurla a commettere qualche gesto incauto. In cambio lei ci ha condotti a un passaggio nascosto, che ci avrebbe portato dall’altra parte del portale… stranamente questo è situato in prossimità del nostro primo incontro col nostro viscido schiavista. Ovviamente non è una coincidenza.

  • Capitolo 6 – Passaggio

    Ho osservato bene come Sam, il ragazzo mingherlino e taciturno che sta con noi, abbia lavorato sulla serratura del cancello all’interno del passaggio segreto mostratoci da Miranda. Sono impressionato dalle sue doti, ma certo mi chiedo se una persona in grado di scassinare così una serratura non sia un farabutto avvezzo a questo tipo di violazioni, starò attento in seguito a quello che fa, ma certamente ringrazio il fato che ce l’ha mandato, senza di lui non immagino che fine avremmo fatto.
    Infine Miranda ci ha portato da un energumeno suo amico, presso una miniera, questi ci ha liberato dei nostri bracciali, pare che non ci sia vita lunga per chi porta i segni così distintivi della schiavitù, e ora che siamo liberi possiamo dirigerci verso la città di enkara vera e propria, non abbiamo uno scopo forse, ma sicuramente stare in mezzo a delle persone piuttosto che in una terra selvaggia potrà essere confortante!

  • Capitolo 7 – Enkara

    Superata una palizzata posta a protezione della città, sorvegliata da una donna poco cortese e piuttosto mascolina, ci troviamo un paesaggio certo meno confortante del previsto. Si tratta di un luogo triste e squallido, un centro abitato di modeste dimensioni, e sembra essere in rovina da tempo. Quel tale, Cacopulos, ci aveva già avvisato dello stato di disgrazia in cui la città era caduta, e sembra che la causa sia il suo attuale governatore, o forse sarebbe più da chiamare dittatore. Un embargo posto da lui stesso con lo scopo di contrastare le ribellioni al suo comando sta causando l’impoverimento di tutta la città, e solo il traffico di schiavi sembra essere consentito. Questo luogo sembra essere migliore delle rovine dall’altra parte del cancello solo in apparenza. Ma avrò tempo dopo per continuare queste mie considerazioni, trovare la locanda ora ha una certa priorità, non mangiamo degnamente da troppo tempo ed esattamente non saprei nemmeno dire da quanto.

  • Capitolo 8 – La Locanda

    Non riesco a farmi un’opinione così a prima vista di questa donna, Ishmaela, ma bisogna essere onesti e ammettere che ci sta letteralmente salvando la vita. Ci ha garantito un pasto e un luogo in cui dormire. Resta il dubbio sui motivi che la spingono a fare ciò, un dubbio che a stomaco vuoto certo non sorgeva così impellente. Voleva chiederci delle cose, cose del nostro passato, ahimè ne sarà rimasta assai delusa (e incredula) nel sentire che tanto noi di tutto ciò che ci chiede non ricordiamo più nulla. Si è adombrata all’improvviso quando ha realizzato che siamo in sette, Sam ha bisbigliato qualcosa in riferimento ai demoni che vengono dal mare… quel ragazzo non parla molto, ma quando lo fa evidentemente lascia in qualche modo il segno… e con Ishmaela dovremo riprendere in seguito la conversazione.

  • Capitolo 9 – Mali

    La giornata era iniziata con dei buoni propositi, cercare delle occupazioni per guadagnare qualche soldo, e poi proseguire con la ricerca di qualcuno che potesse aiutarci con la memoria perduta. Ma un certo Malcolm intercettandoci (non per caso) ha cambiato drasticamente i nostri piani. Ci ha riconosciuti, e condotti alla barca parlando praticamente in codice. Scopriamo così che la sua proposta di “andare a pesca” altro non era che un ingaggio da esploratori, voleva condurci su un’isola chiamata Mali, per introdurci in un mausoleo nel quale fare razzia di tesori. E così è stato, o meglio, siamo giunti all’isola e con la forza di tutti abbiamo aperto il grande portale che dava su un’ampia sala buia. Non abbiamo potuto esplorare in modo completo tutto poichè l’aver incrociato la sala contenente un ingente tesoro ci ha decisamente distratto. Delle armi, monete, gioielli, vasellame pregiato e chissà cos’altro era nascosto nel cumulo al centro della stanza, tuttavia quel luogo non ha tardato nel mostrare l’altra faccia della medaglia, e in breve le creature che l’abitavano si sono mostrate a noi attaccandoci. Sembravano simili a cadaveri di uomini annegati da molto tempo, ma a differenza di veri cadaveri questi si agitavano animosamente contro di noi, il resto è confuso, ho sentito alcuni dei miei compagni che urlavano, ma io ero già impegnato a difendermi da questi esseri mostruosi, uno di essi mi ha ferito profondamente il braccio e non so se quello che più mi lascerà il segno sarà il dolore o il senso di disgusto per essere stato toccato da uno di quei cosi. E’ stato poi il sopraggiungere di un altro fenomeno però a indurci alla fuga improvvisa, dal cumulo di tesori ho visto emergere un colosso, una sorta di statua metallica, imponente e minacciosa e anch’essa viva e pronta a liberarsi degli intrusi. Una fuga disperata in mezzo a un numero indefinito di quei morti viventi, una scena che non dimenticherò facilmente. Infine, ironicamente, di tutto quel tesoro non abbiamo che poche cose, delle armi, un paio di monete, e un grosso libro che suscita la curiosità di quel ragazzino senza nome.

  • Capitolo 10 – I Ribelli

    Dopo una giornata di acquisti e ricerche in città ci siamo trovati nuovamente a faccia a faccia con Ishmaela. Sarà chiaro stavolta che questo incontro non è stato casuale, e sarà chiaro che condizionerà le nostre vite per come le conosciamo. Ci ha condotti dove immaginavo che sarebbe presto successo, nel luogo segreto in cui coloro che si ribellano a Strom si organizzano, il luogo in cui ci ha accolti una delle persone che stavamo cercando, la strega Nadine. Non è stato un incontro facile, e non sono facili le risposte alle nostre domande.

  • Capitolo 11 – I Demoni

    L’attacco subito da Chandra si spiegò presto, la pietra che custodiva dalle rovine era in qualche modo maledetta, o meglio, posseduta. Un demone vi si annidava, un demone che stava per prendere forma dinnanzi a noi per poi essere scacciato dalla strega. Un demone come quelli che noi custodivamo nel nostro stesso corpo. È difficile comprendere come sia successo, ma sembra che tutti noi siamo accomunati da questo destino, per vari motivi. Per quanto mi riguarda ho provato come un senso di nostalgia quando ho visto liberarsi l’essenza di quel demone, come se per un attimo ritrovare la memoria non fosse tanto importante quanto ricongiungersi con quell’essenza. Se avessi scelto io stesso in passato di farlo? Avrei accettato un simile patto per ottenere un potere superiore? Tuttavia c’è un’ultima cosa da chiedersi, perchè queste entità sono uscite da noi, è stata forse una nostra scelta o un semplice incidente? Nemmeno Nadine ha la risposta…

  • Capitolo 11 – Mithrelle

    Il piano della strega era piuttosto semplice nella dinamica, ma non altrettanto nell’attuazione pratica. Scambiare la pergamena del rituale divinatorio di un’altra strega di questo luogo, Mithrelle, non sarebbe stato veramente complicato se nella sua magione non fossero state presenti le sue bestioline a far la guardia. Abbiamo rischiato la vita nel combattere contro quelle due tigri balzate all’improvviso nell’atrio. Il nostro numero tuttavia ci ha permesso di avere la meglio e proseguire nella sala del rituale in cui Mithrelle, in combutta con Strom, stava cercando di ottenere il nome del capo dei ribelli. Quella donna era circondata da fumi sinistri, che condensandosi nelle fattezze di volti straziati salivano da terra al soffitto. Lei, una donna snella e dal corpo dipinto di simboli arcani, era tuttavia in uno stato di trance mistica, evidentemente dovuta al suo rituale. Nell’inquietudine abbiamo eseguito lo scambio, ma non mi spiego perchè i miei compagni avessero voluto leggere il contenuto della pergamena falsa, non era nei nostri compiti. Ebbene ora sappiamo che il nome di Ishmaela sarà agli occhi di Mithrelle quello del capo dei dissidenti, mi dispiace per lei per le conseguenze che questo porterà, ma non vedo come la cosa possa veramente riguardarci.

  • Capitolo 12 – Il Sogno

    Molto tempo è passato da quando potei definirmi “cosciente” l’ultima volta. Un malessere improvviso, della cui causa ancora non saprei dire con certezza. Quello che so è che sono passati diversi mesi, che non mi trovo più nel luogo in cui ricordavo di essere, che i compagni di viaggio con cui mi ero trovato tempo addietro erano spariti. Ma più di questo ricordo gli incubi e i sogni che mi hanno tormentato durante tutto questo tempo. A frammenti sparsi e quasi incomprensibili della mia memoria perduta si alternavano le immagini distorte e dolorose di luce, ombra, fuoco, simboli arcani e inquietanti, il sangue. Queste immagini mi rimandano a qualcosa, qualcosa che so di sapere ma che non ricordo, ho la sensazione fortissima di aver avuto in passato una visione simile. Mi chiedo se non sia il mio corpo stato plagiato in modo irreversibile dal demone, ammesso che questa storia fosse vera, anche se io la sento vera per via di tutto questo, istintivamente direi che è accaduto ma non capisco perchè ancora ne senta i postumi. Oltretutto esercitandomi nelle attività motorie e nel combattimento ho sentito il riaffiorare di qualcosa, una sorta di energia, anche questa, come se già l’avessi avuta, forse appartiene ai ricordi mancanti del periodo in cui ero posseduto dal demone di Acheron. Quest’energia mi preoccupa, ma allo stesso tempo mi rendo conto che il mio potere aumenta in questo modo… eppure qualcosa ancora non torna, sento una sorta di familiarità con tutto questo ma è come se mancasse una parte fondamentale che mi fa sentire ora insicuro, a disagio, spero di riacquistare la memoria il più presto possibile, sperando che non accada niente di spiacevole nel frattempo…

  • Capitolo 13 – La Fenice

    Per quello che ovviamente non era da ritenersi un caso mi sono ricongiunto ai miei vecchi compagni, scoprendo ovviamente che si erano infilati in un ennesimo guaio. Molte cose sono accadute in quest’ultimo periodo e per due volte abbiamo incontrato la morte, da cui siamo scampati per prodigi che appena possiamo spiegarci, con l’unica eccezione del sacerdote che era con noi, Jack Faust, per lui non c’è stato nulla da fare, la sua vita è andata perduta per sempre, tuttavia abbiamo scoperto che in pochi lo rimpiangeranno, pare che quell’uomo fosse empio come pochi altri, e che sia il vero responsabile della nostra disavventura sin dall’inizio.
    Abbiamo scoperto di essere un piccolo ingranaggio in una questione molto complessa, la stirpe dei demoni di Acheron, il culto di Kardys, i maghi del cerchio nero, non saprei da dove cominciare per spiegare tutto quello che si è rivelato a noi, tuttavia c’è qualcosa che mi ha riguardato più da vicino. Si tratta del sacrificio di quella donna, Deeva. Quando dentro di me ho accolto la decisione di porre fine alla sua vita per un bene superiore ho sentito una sensazione violenta che di li a poco mi ha risvegliato i ricordi più antichi. Ero pronto a compiere io stesso il sacrificio, ma non ve ne fu bisogno, tuttavia mi sono sentito partecipe a questo, sapendo quanto fosse necessario. Ora ricordo quanto questo fosse alla base del mio culto, da dove provengo, ricordo il mio maestro, ricordo chi sono, e soprattutto cosa scorre nelle mie vene…

  • Interludio – Dialogo col Maestro

    -Maestro Samuel, è importante che io vi racconti cosa è accaduto oggi. Vi ho già comunicato di questa bizzarra coincidenza per cui le persone a cui una volta ero legato dal marchio di Acheron ora si trovino qui ad Alekin, tutte con la necessità di conferire col Magister. Bene oggi ci siamo recati da lui, l’ultima persona che mancava all’appello non era morta come io sospettavo, bensì da lungo tempo viveva qui ad Alekin, e non so come ma è riuscito ad ottenere la posizione di ciambellano. Quali siano i suoi affari non mi è chiaro, di certo qualcosa di sospetto, ma non è questo il mio cruccio. Bensì è sapere che sono tutti qui, il magister mi ha fatto consegnare questa scatoletta nera, al cui interno sono presenti un ago e un filo d’argento, e l’intento di tutti è di trovare tramite questo la valle delle ombre al di là del cancello degli uccisi. Tutti hanno uno scopo ben chiaro per andare li, mentre io no, ma allo stesso tempo non riesco a credere che questa sia una banale coincidenza, non può esserlo, ma ho bisogno del vostro consiglio, il mio giudizio è offuscato da questi eventi.-
    -Giovane Isaac, non devo ricordarti che non puoi scambiare la mia saggezza per onniscienza, purtroppo non posso darti io la conferma se questo evento costituisca una coincidenza, nè posso aiutarti su quell’oggetto che ti è stato consegnato, tuttavia il mio pensiero in questo caso prosegue dal tuo, e mi suggerisce che tutto questo costituisca un messaggio, anche per te. Durante il viaggio che ti ha portato a sentire fin dentro al tuo corpo l’oscurità dei demoni antichi di Acheron hai avuto modo di crescere come molti mortali non faranno mai nelle loro lunghe vite, ma non dobbiamo mai pensare che il nostro spirito possa adagiarsi una volta trovato un equilibrio. Siamo parte del mondo, e il mondo muta frequentemente, così dobbiamo fare noi per mantenere l’armonia con esso. Questa volta non hai bisogno che ti spinga in viaggio con un pretesto, come fu l’ultima, oggi tu sei venuto da me con la risposta già dentro di te, sai già che la risposta al vostro incontro arriverà solo se affronti questo viaggio, e dentro di me so che scoprirai cosa stai cercando una volta che l’avrai trovata. Prometti solo che terrai a mente i miei insegnamenti, avrai bisogno di mantenere tutto l’equilibrio possibile in un luogo simile, fa si che l’oscurità non ti offuschi la mente e controllala, e torna sano e salvo, sai bene quanto questo sia importante per me.-
    -Grazie Maestro, non ho altre domande da porvi-

  • Capitolo 14 – Kaltegar

    Leggo la preoccupazione negli occhi di Kadmos, non basta tutta la sua corazza per nascondere certe cose, e immagino che il suo turbamento sia fondato. L’esito delle trattative col Magister, il caso che ci ha fatti riunire, la minaccia al confine, uno stregone portatore di false notizie e ora sparito nel nulla, il tentativo di inseguimento che ci ha portato quasi a cadere nella tela di ragni giganti, o essere trafitti dalle frecce della tribù che vive nella foresta. E in tutto questo un timore ancora più radicato nell’animo di molti di noi… in che modo saranno in grado di complicare le nostre vite i comportamenti di Kiran, Chandra e Xirtam?

  • Capitolo 15 – Dreela

    Questo luogo giace nel degrado, sia per quanto riguarda lo stato in cui si trova, sia per gli incontri che vi si possono fare. Mancava solo questo Jean .. se è questo per Logan un personaggio chiave per l’esito della sua campagna allora non invidio in nessun modo la sua condizione, nè quella dei suoi feudi. Ci stiamo ancora chiedendo con Chandra cosa può mai volere dalla sciamana dei selvaggi, quella Dreela, sebbene mi renda conto della sua inettitudine non mi abbandona il sospetto che possa in realtà nascondere diverse insidie. Tuttavia per sapere qualcosa di più aspetteremo ancora, per ora sono turbato da quello che Chandra mi ha raccontato mentre eravamo fuori dalla tenda di Jean , l’ammonimento di Dreela è per certi versi molto chiaro, ma per altri non riusciamo ancora a delinearne il significato. E’ la stessa valle delle ombre ad essere minacciata, e non questa fortezza, va bene, ma se è così l’attacco di queste creature nonmorte stanotte mi lascia maggiormente nello sconforto. Tale minaccia potrebbe essere celata in questa fortezza, e qualcuno sta cercando di colpirla per difendere la valle? O peggio… qualcuno con il nostro stesso obiettivo vuole arrivare a noi ed è al corrente di cosa possediamo. Ciò che posso dire con certezza e che mai come ora il male potrebbe celarsi in ogni luogo, sarà di vitale importanza tenere segreto per quanto possibile il fatto che ci è stato consegnato l’ago dal magister, sebbene mi stia preparando già al peggio…

  • Capitolo 16 – L’attacco

    Da quando quel soldato ci ha porto il messaggio rivolto a Chandra sapevo che saremmo arrivati a imbatterci in qualcosa di decisamente spiacevole. L’attacco di quelle creature è stato decisamente fastidioso, anche se mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene dandomi dei brividi di piacere che non provavo da molto tempo e che nemmeno nel combattimento contro quei non morti avevo provato. Sentire quei corpi vivi sbrindellarsi sotto i colpi della mia spada, vederli avvolti dalle fiamme della mia furia, sentire la loro essenza vitale venir sottratta loro dai tentacoli della notte. Un’estasi mai provata, il mio sangue impuro ribolle ancora, ma non posso superare questo limite, il mio maestro è lontano e non posso deludere le sue aspettative dopo tutto quello che ha fatto per aiutarmi. Mi chiedo cosa mi succederà in questo viaggio…

  • Capitolo 17 – La Strage

    Povera gente, lo spettacolo offertoci dall’insediamento di selvaggi nella foresta è stato sconcertante. A nessuno in quel luogo è stata concessa la fuga, nessuno è stato graziato. Stiamo ricorrendo alla nostra magia e alla comunione che Chandra è in grado di ottenere con la natura e con gli spiriti in modo da ottenere informazioni su come siano andati gli avvenimenti in questo luogo. Dreela è sconvolta, eppure quello che sto provando per lei è solo un misto di disprezzo e rabbia, sembra vivere in un mondo tutto suo e non capire nulla di tutta questa storia, nonostante lei stessa sia al corrente di ciò che la valle delle ombre rappresenti, nonostante Chandra le abbia raccontato delle sue visioni. Voleva passare il tempo a piangere quei morti, non capendo l’importanza della tela nè perchè dovesse essere tenuta così in considerazione da noi o dalle creature che hanno distrutto il villaggio. Rendo merito a questi cosiddetti selvaggi, che per fortuna hanno nascosto la tela in un luogo sicuro, dimostrando di conoscere il valore di un tesoro che nemmeno questa sciamana era in grado di comprendere. Mi dispiace per la loro sorte, sono certo che meritavano questo molto meno della maggior parte degli esseri umani civilizzati e pregherò per loro, ma prego anche che questa donna smetta presto con questa lamentazione o che smettiamo di aver bisogno di lei, perchè non sopporterò a lungo ancora il suo modo di fare pietoso.

  • Capitolo 18 – Nervosismo

    Questa giornata è iniziata decisamente male. Veniamo svegliati d’improvviso da una perfetta sconosciuta che irrompe nella nostra tenda, piove, un ragazzino che vuole attaccarsi al nostro gruppo di spedizione solo per vendicarsi degli orchi… sono davvero di pessimo umore e non è un bene; è già piuttosto difficile restare calmo in questa situazione, dopo 3 anni passati nella quiete della mia cerchia insieme al mio maestro mi sto trovando in questo territorio ostile, senza il suo supporto, e in qualche modo sento che l’oscurità ci è tutta intorno, solleticando le corde più oscure del mio spirito. Talvolta ho paura di poter perdere il controllo e venirne inghiottito.
    La giornata tuttavia è persino peggiorata, dopo la nostra marcia, nella foresta, sotto la pioggia, senza un sentiero, ci siamo trovati contro quell’abominevole bestia, di nuovo la mia ferocia è venuta in superficie, quando quel giovane selvaggio mi ha messo per un attimo gli occhi addosso mentre la combattevo ho a stento trattenuto l’impulso di caricargli contro per dilaniarlo. Cercherò di meditare durante questa notte, ma se domani mattina qualcuno dovesse svegliarmi in modo brusco senza motivo come oggi… giurò che lo ucciderò con le mie mani…

  • Capitolo 19 – Terrore

    Quando mi sono fiondato addosso alla carcassa nuovamente portata alla non-vita di quel gigantesco orso non è stato confortante vedere che gli altri combattenti stavano per essere dispersi in preda al terrore, forse la mia natura riaffiorando mi ha aiutato a resistere all’orrore, ma è stato terribile trovarsi faccia a faccia con quella bestia. Quel che è accaduto in seguito non è chiaro a nessuno di noi, ma mentre l’orso si accasciava a terra inaspettatamente, e lo sciamano degli orchi scappava morente verso uno dei cunicoli, abbiamo proseguito all’inseguimento, che ci avrebbe portato a fare incontri assai particolari.

  • Capitolo 20 – Ritrovamenti

    Dall’oscurità della cella sono emersi gli occhi pieni d’odio di quell’orco, dal corpo coperto di tatuaggi arcani e blasfemi. Non è possibile capire esattamente come, ma sembra essere legato in qualche modo a tutto questo. Conosce i personaggi chiave del problema che sta sorgendo intorno alla valle delle ombre, ci ha consegnato la parte restante della mappa e nonostante fosse stato più volte fatto innervosire dai miei compagni… non ci ha ucciso, e sono sicuro che ne avrebbe avuto la capacità, ho percepito un potere molto oscuro, unito a una capacità di odio e crudeltà come forse non mi è mai capitato di vedere, e anche se ci ha aiutati mi chiedo se sia stato davvero un bene o se non sarà la nostra condanna…
    resta il fatto che oramai la mappa è stata riunita nelle sue parti, e l’ago ci ha mostrato la strada che dovremo seguire, ma non potrà dirci ahimè quali altre oscurità dovremo attraversare.

  • Capitolo 21 – La Via

    Il percorso è chiaro davanti a noi, ma sebbene persino io mi stia sapendo destreggiare con l’orientamento da questa mappa arcana il terreno diviene più ostile ogni ora che proseguiamo. Non solo è via via più impervio, le salite sono più faticose, ma anche lo spirito risente di una vista di un paesaggio via via più brullo e sconfortante. La vegetazione sta ormai sparendo dai nostri sentieri, e in cambio dell’erba sotto ai piedi abbiamo le ossa di centinaia di corpi caduti in chissà quante battaglie, ma ecco che Chandra riconosce qualcosa, sono ben visibili davanti a noi due colossali statue, ci ha raccontato della sua visione, la meta del nostro viaggio è sempre più vicina.

  • Capitolo 22 – I Guardiani

    Due imponenti statue, posizionate una di fronte all’altra delimitano un varco, lasciando una profonda inquietudine a chi arriva con l’idea di superarlo. La testa mastodontica di una di queste statue giace spaccata ai suoi stessi piedi, ma una voce mi ferma dal tentativo di interrogarne la storia con il mio incantesimo.
    Una voce dal nulla ci invita a lasciare questo luogo, a non superarlo, senza rivelarsi e senza mostrare interesse per le minacce a cui la valle è soggetta. Si presenta come messaggero, ma di chi non ci è dato sapere, al nostro atteggiamento di sfida risponde con la sua prova. La creatura mostruosa che mi attacca sembra quasi un drago delle leggende, ma mai avrei immaginato un drago così mostruoso nemmeno nei miei incubi. Tuttavia credo di essere stato assai temprato dal combattimento contro quella bestia non morta presso gli orchi, lucidamente l’ho affrontata, e insieme ai miei compagni sono sopravvissuto. Ho infine avuto modo di vedere la storia di queste statue, raffigurano degli elfi, e dagli elfi furono costruite in tempi antichissimi, che sembrano coincidere con l’età della stessa mappa. L’usura del tempo ne ha causato quel parziale crollo, ma ritengo che per molti altri secoli saranno in grado di resistere nella loro posizione di guardia se lasciate a se stesse. Tuttavia la voce non si è più rivelata, la notte è fonda ormai ed è tempo di accamparsi, ai piedi di queste colossali statue.

  • Capitolo 23 – Alba

    Durante la notte successe qualcosa che avrei avuto difficoltà a credere reale già dall’indomani. Dapprima mi sentii come dentro a un sogno, richiamato dalla mia postazione di guardia, non potevo fare a meno di incedere verso il corpo senza vita di quella creatura, senza potermi spiegare il perchè, sentivo solo che qualcosa mi richiamava.
    La mia sorpresa fu nel vedere che non ero più solo, china davanti al corpo del mostruoso drago era una figura esile e misteriosa. La schiena nuda coperta di tatuaggi mistici, simili a quelli che ho visto sul corpo di Chandra e Dreela, una sorta di turbante posto a coprire la sua testa fin sotto gli occhi, era li che mi chiamava, senza dire nulla. Mi ha ringraziato per aver ucciso quella creatura, liberandola, un grande servigio lo chiamò, certo non immaginavo che quell’essere desiderasse in realtà morire. Mi chiedo se la voce sentita il giorno prima non fosse proprio la sua, in quest’atmosfera è difficile ricordare, come è difficile fare domande per quante razionalmente ne avrei avute numerose. Eppure in quel momento sentivo una sensazione di pace che non osavo interrompere. Credo di aver aspettato che si facesse l’alba affianco a quella donna, in silenzio, fino a quando lei non mi indicò di nuovo il drago. Come il sole iniziava ad illuminare quella carcassa un bagliore dorato si levava da esso e per la prima volta penso di aver visto uno spirito. Così diverso dalle visioni che avevo una volta, questo aveva la forma di una creatura nobile e splendente, maestosa, fiera, un drago bellissimo si levava etereo dalla terra verso il cielo, il mio sguardo e il mio animo erano totalmente rapiti… ma ben presto la donna si fece seria, e mi avvertì, non c’era più tempo, dovevo correre a svegliare i miei compagni, il sogno era finito e la nostra vita era in pericolo.

  • Capitolo 24 – La Valle delle Ombre

    I miei compagni non avrebbero dubitato molto delle mie parole, per quanto vaghe, poichè la minaccia di cui ero stato avvisato si manifestò subito a noi. In lontananza gli orchi stavano raggiungendo il varco di roccia, non vi fu il tempo di fare molti preparativi, e Dakkar fu costretto ad abbandonare il suo amico morente nel luogo in cui eravamo accampati. Il varco tra le due statue era la nostra via di fuga, e il nostro obbiettivo, avendo guadagnato il permesso di entrarvi ci trovammo presto in quella che veniva chiamata Valle delle Ombre. Una fitta nebbia però era li ad accoglierci, iniziammo a perdere alcuni dei nostri amici nella fuga. In lontananza sentivamo gli orchi avvicinarsi e Xirtam suonava per far si che non ci perdessimo l’un l’altro. Purtroppo presto scoprimmo che il perdersi era solo una delle insidie, Chandra cadde durante la corsa e nel poco tempo per soccorrerla alcuni orchi a cavallo di grossi lupi ci avevano raggiunto circondandoci. La situazione sembrava già disperata, ma riuscì a peggiorare quando dalla nebbia emerse un grosso ragno, con a cavallo un umano, Czigo! Eravamo prossimi a un combattimento senza speranza, ma il destino si rivelò in un modo decisamente imprevisto. I nani di Uthgard erano li, e ingaggiarono un violento scontro con gli orchi dandoci la possibilità di scappare.

  • Capitolo 25 – Uthgard

    I nani ci condussero alla fortezza. Ci concessero di vedere re Trarr, e molte cose ci furono raccontate sulla storia di quel luogo, e su quello che avvenne in seguito. Ma certe storie avrebbero condizionato la vita di alcuni in modo particolare. Scoprimmo che la donna che avevo incontrato era una potente sciamana di quel luogo, chiamata anche Signora della Morte, era rispettata e temuta dai nani, ma la cosa che ci lasciò perplessi fu lo scoprire che quella donna aveva generato due figlie, destinate a scongiurare l’apertura del cancello degli uccisi, queste figlie sono Chandra e Dreela.

  • Capitolo 26 – Il Silenzio

    Ci volle un po’ per riprenderci, chi nel corpo chi nello spirito, ma presto avremmo dovuto proseguire il nostro cammino. Le sale del silenzio ci attendevano, la via scavata nella roccia per giungere alle torri di cenere, e quindi al cancello degli uccisi. Durante la nostra marcia vi fu un violento scontro con delle creature non morte che infestano ormai le sale del silenzio da molti anni, questo si risolse facilmente, ma ci portò a conoscenza di nuove verità sconcertanti. Una di queste creature si rivelò essere in realtà ancora viva, e rispondeva al nome di Djabel. Ci confessò che il tomo che stavamo da lui cercando non era in suo possesso, che lo stesso conclave sottoposto al magister l’aveva sottratto, un vero tradimento era quindi in atto ad Alekhin. Lo stesso Djabel fu poi condannato al destino di rimanere per sempre in quelle sembianze orripilanti. Tuttavia questi ci condusse verso l’uscita, o quella che doveva essere, poichè nella sala che dava al cancello qualcuno ostruiva il passaggio.

  • Capitolo 27 – Fazioni del Male

    Da una parte Yaga, e la sua schiera di Orchi, dall’altra Czigo e le sue creature non morte. La battaglia non tardò ad esplodere di fronte al portone che avrebbe dato all’esterno delle sale del silenzio. Non so cosa spinse i miei compagni a prendere parte ad una guerra che non ci apparteneva ma vidi tutti loro prendere le parti di Yaga. Per Czigo non vi fu scampo, e vidi il giovane Kiran avventarsi sul bastone del mago come una gazza ladra davanti ad un monile luccicante. Lo scontro fu breve e lascio spazio alla domanda che mi posi da prima che iniziasse. Cosa succederà ora che una delle due parti ha sopraffatto l’altra? L’imperativo di Yaga di schiudere il portale tramite il bastone magico non trovava risposta, Kiran e gli altri erano decisi a mantenere la posizione, ma gli orchi erano numerosi e scalpitavano. Io stesso ero pronto stavolta a ricorrere ai miei poteri, per quanto non approvassi il loro operato non mi sarei sentito di abbandonare la loro fazione. Tuttavia qualcos’altro ruppe la tensione, il cancello si schiuse dietro la spinta di coloro che stavano al di fuori. La legione dei morti fece il suo ingresso scintillante, già da dentro era possibile vedere dall’altra parte del portone due enormi torri nere…

  • Capitolo 28 – Le torri Nere

    Erano li, la meta del nostro viaggio. Due mastodontiche torri annerite si stagliavano verso un cielo scuro. In mezzo alle torri dei bagliori rossastri illuminavano le nebbie. Ci lasciammo alle spalle la legione, che ci concedeva il passaggio, sapendo che non avrebbero resistito a lungo a causa del numero di orchi che continuava ad accalcarsi nella sala. Ma fu grande la sorpresa di trovare che qualcuno già ci aspettava ai piedi delle torri. Patrick e alcuni dei suoi uomini, il giovane barbaro e soprattutto Dreela. Chandra ebbe occasione di vederla la prima volta con occhi diversi, e ben presto la Signora della Morte fece la sua comparsa, completando la famiglia. I suoi ordini erano chiari, per fermare la stirpe di Xothalanc era necessario uccidere i due spiriti posti alle sommità delle torri, contemporaneamente avrebbero dovuto affondare un pugnale sacro nel loro cuore, pugnale che la Signora donò alle sue figlie.
    Concesse anche a noi con un breve rituale di benedire le nostre armi, in modo da poter colpire gli Xothalanchi.
    Iniziammo la nostra scalata.

  • Capitolo 29 – Il Cuore Nero

    Salimmo senza troppi problemi le passerelle che salivano sui fianchi delle torri. La vista dalla sommità era affascinante ed inquietante allo stesso tempo, era possibile vedere una sorta di vortice posto in mezzo alle due torri, lampi rossi e cupi rompevano l’oscurità in mezzo alla nebbia, non potrei tutt’ora giurarlo, ma credo che quello fosse il famoso Cancello degli Uccisi. Ma non c’era più tempo di guardarsi attorno, lo spirito era li, al centro del piano che costituiva la somma altezza della Torre di Cenere. Mi lanciai su di esso, e mai ricordo di aver espresso una tale violenza nei miei colpi, il mio aspetto mutò che me ne rendessi nemmeno conto, più quella creatura cercava di allontanarmi con il suo potere e con più violenza mi gettavo su di essa, ogni volta che vedevo il suo cuore nero esporsi potevo sentire la sua sofferenza, una parte di me provava un piacere immenso in questo, se non avessi saputo che solo il pugnale sacro lo avrebbe ucciso avrei avuto la tentazione di squarciarlo con i miei stessi artigli. Ma il combattimento diventava sfibrante ogni minuto, un violento colpo magico fu troppo, mi allontanò, sentivo il mio corpo cedere, ma ancora potevo ridurre a brandelli alcuni dei piccoli servitori non morti che stavano con noi sulla sommità, finchè un nuovo urlo straziante mi entrò fino nell’anima, credo di aver ruggito in quel momento mentre perdevo definitivamente i sensi.

  • Capitolo 30 – Una Luce

    Nell’oscurità più intensa che avessi mai visto mi sentivo precipitare, sprofondare senza fine. Qualcosa o qualcuno mi teneva stretto e mi trascinava verso il basso, sentivo come degli artigli premermi sul collo e sul fianco. Un viaggio che sembrava durare già da un’eternità. Rivedevo in quell’oscurità la violenza e la brutalità dei miei ultimi minuti di vita. Ma qualcosa accadde. Una luce dapprima fioca, poi via via più forte mi feriva gli occhi.
    “Non devi seguire quella creatura che ti tiene avvinghiato a sé, anche se fa parte di te non devi permettergli di dominarti, né di portarti ora in quel luogo, tu puoi essere più di questo, tu puoi prendere la mia mano”.
    Istintivamente allungai la mia mano verso quella voce, rivelando una figura che sembrava un angelo, dalla corona scintillante e gli occhi vuoti, la pelle biancha come il marmo, il suo tocco quasi incandescente, sebbene non mi ferisse. D’improvviso mi resi conto che non vi era più nulla addosso a me, non capivo dove fosse quella creatura, iniziasi a salire mentre la luce mi avvolgeva.
    Aprii gli occhi, anche se sembrava essere stato un tempo lunghissimo dovevano essere passati solo pochi minuti, forse meno ancora, con fatica mi sollevai il tanto per vedere Chandra, distrutta e disperata col pugnale in mano, ancora conficcato nel cuore di quella creatura, che urlava e gemeva, fino a che non è sparita, lasciando cadere gli artigli e lo stesso cuore, forse le uniche parti di esso che si protendevano verso il mondo dei vivi. La magia curativa di Chandra continuava intanto il suo effetto, ma non capivo se era solo grazie a quella che mi ero destato dalla morte. Ero comunque sollevato, la nostra impresa era compiuta, ma non c’era tempo per giorne in quel luogo, gli orchi erano sempre in agguato, dovevamo ancora fuggire. scesi dalle torri e ricongiunti con sorpresa un drago, mostruoso come quello visto in precedenza ci accolse sul suo enorme dorso, per portarci in salvo, mentro gli orchi invadevano la vallata ai piedi delle torri. Almeno per un po’ era tutto finito e forse anche io avevo trovato qualcosa di cui ero da tempo alla ricerca.